Senza titolo 18

Serve a qualcosa scrivere delle storie? Me lo domando spesso. Mi domando se l’esperienza possa davvero essere distillata e ridotta a pochi momenti straordinari, forse sei o sette, che ci vengono concessi in una vita intera:e per di più ogni tentativo di scoprire un nesso tra di loro è futile. E mi domando se ci sono momenti nella vita che non soltanto “varrebbe la pena spendere mondi interi per acquistarli”, ma solo anche così piedi di emozione che si dilatano, diventano attimi senza tempo, come l’istante in cui Emil e Inger eran seduti su quella panchina nel parco e sorridevano guardando la macchina fotografica, o quando la madre di Inger aveva alzato la veneziana della finestra del salotto su fino in cima, o quando Malcom aveva aperto il suo astuccio del gioielliere e chiesto a mia sorella di sposarlo. Se mai ci arrivò.



Il mio ricordo più nitido è la luce che vedemmo, quel cielo di pittori, grigioazzurro come gli occhi di Marie e dei suoi nipoti, il colore di un dolore che non se ne andrà mai…….



(Jonathan Coe, La banda dei brocchi, pagina 126)

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Un commento su “Senza titolo 18

  1. gran belle parole… io penso che si debba volere fermamente tutti quegli attimi, il maggior numero possibile….

    bacio

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